Dopo i festeggiamenti per il 60° anniversario, il 61° Festival internazionale del film di
Locarno diventa sempre più vivace. La programmazione è stata
perfezionata e arricchita: due mostre, due libri, una nuova struttura di accoglienza e
dibattiti ai piedi della splendida magnolia all’ingresso della Piazza, «PardoWay» per
incontrarsi e divertirsi giorno e notte, nuovi spazi e supporti di comunicazione per gli
addetti ai lavori, una nuova illuminazione per la Piazza Grande e, infine, l’introduzione
della sottotitolazione elettronica nei due concorsi riservati ai lungometraggi. Con aria
noncurante, il passo felpato, il leopardo ormai sessantenne – fresco del
restyling dell’anno scorso – è più dinamico che mai.
Il programma intende presentare tutti i film – nessuno escluso – sotto la migliore luce
possibile, una luce che li valorizzi al meglio, davanti al pubblico e ai professionisti del
settore; dalla Piazza Grande alle sperimentazioni di Play Forward, dal Concorso
internazionale ai Pardi di domani senza dimenticare il Concorso Cineasti del presente,
Ici et Ailleurs o Open Doors. Con un’ottica più chiara, il Festival offre dunque
maggiore spazio a una delle componenti essenziali dello spirito di Locarno: gli incontri
– programmati o fortuiti – tra i cineasti e il loro pubblico.
Se osserviamo da vicino la natura dei film presenti nell’edizione 2008, il Festival,
quest’anno come mai prima, offrirà il suo orecchio attento per cogliere le voci del
tempo e del mondo; sono innumerevoli i film che, direttamente o indirettamente,
affrontano grandi temi politici e sociali. E ciò avviene spesso attraverso il
denominatore comune più piccolo: la famiglia, o meglio ciò che ne resta, genitori
assenti, figli perduti, emarginati di una società alla deriva.
Segno dei tempi. Il confronto fra la natura e l’uomo, l’ecologia e lo sviluppo
sostenibile sono temi molto presenti. E anche se il programma della Piazza Grande
offre in questa edizione diverse occasioni di viaggiare nel passato, sono soltanto un
pretesto per parlare del presente, e quindi della realtà, che sia attraverso film
d’azione, melodrammi, film-opera o adattamenti cinematografici.
Altro segno di importante evoluzione del cinema è la sfumatura del confine tra
documentario e finzione, al punto da confondere i generi e la mente, in un’indecisione
gioiosa e indubbiamente positiva per il rinnovamento delle forme.
Due dei cineasti che celebreremo in particolare in questa edizione – Amos Gitai con il
Pardo d’onore e Nanni Moretti con una retrospettiva integrale, un libro e una mostra –
ne sono i principali artefici. Il loro cinema è una formidabile opera di creazione che
mostra, sempre, un presente che riguarda tutti, mescolando la finzione più pura a
tracce di realtà.
Il Concorso internazionale
Con 17 film confermati fino ad oggi, provenienti da 16 paesi diversi, la selezione 2008
rispecchia la vasta gamma del panorama cinematografico contemporaneo. Per la prima
volta dal 1982, il Concorso internazionale vanta la presenza di un autore irlandese e
dopo nove anni di assenza, la Turchia viene rappresentata da un’opera prima. Anche
quest’anno la sezione apre le porte ai giovani autori: la selezione presenta infatti 6
opere prime e 4 opere seconde. Ma le nuove scoperte si misurano anche in termini
d’inediti, con 12 prime mondiali e 5 prime internazionali.
Drammi intimi e crisi di famiglia
In März di Klaus Händl, primo film del celebre drammaturgo austriaco, un intero
paese vive sotto choc per il suicidio di tre adolescenti. Di altrettanta forza drammatica
è l’ultima opera della cineasta olandese Mijke de Jong, Het Zusje Van Katia (Katia’s
sister), ritratto di un’adolescente abbandonata a sé stessa che tenta di costruirsi in un
universo familiare in decadenza. La famiglia è il tema centrale anche in 33 Szeny z
zycia (33 Scenes from Life), secondo lungometraggio di Malgorzata Szumowska.
Con questo film l’ex allieva della scuola di cinema di Lodz esplora la crisi profonda di
una donna di fronte alla malattia della madre. Yuriev Den (Yuri’s Day), del giovane
talento russo Ki rill Serebrennikov, indaga invece con maestria la ricerca interiore
di una donna (Xenia Rappoport); mentre un’opera prima italiana, Mar Nero di
Federico Bondi, osserva con toni poetici il rapporto tra un’anziana signora e la sua
badante rumena.
Economia e società
Il concorso 2008 si caratterizza anche per la ricorrenza di temi incentrati sull’economia
e il sociale. Il regista britannico Ben Hopkins (Simon Magus e The Nine Lives of
Thomas Katz), racconta una favola moderna sul denaro e il commercio girata in Turchia
con attori locali inThe Market – A Tale of Trade. Alternando tre storie di viaggio,
emigrazione e delocalizzazione economica, il francese Emmanuel Finkiel (Voyages,
Casting) propone una personalissima visione della società occidentale in Nulle part
terre promise. Pan Jianlin (collaboratore di Jia Zhang Ke), ci mostra una tetra realtà
cinese in Liu mang de sheng yan (Feast of Villains), racconto di un disoccupato
indebitato che tenta di risolvere i suoi problemi finanziari vendendo un rene. Due
giovani autori latino-americani affrontano invece con stili molto diversi l’abisso tra
ricchi e poveri in Perù (Dioses di Josué Méndez) e in Messico (Parque via di Enrique
Rivero). Di tutt’altro registro, infine, Un autre homme del cineasta svizzero Lionel
Baier (Garçon stupide, Comme des voleurs): una gustosa satira sul tema dell’arrivismo
e dell’ascesa sociale.
Concorso Cineasti del presente
12 prime mondiali e 5 prime internazionali su 17 film confermati, di cui 5 opere prime.
Due programmi saranno presentati in esclusiva fuori concorso. La selezione 2008 si
tinge di colori latini: attraversa Argentina, Brasile, Cile, Spagna, Portogallo e Italia,
senza dimenticare la Francia, che è presente con ben tre titoli.
Film concettuali. La selezione 2008 conferma la sua linea radicale, segno distintivo
della sezione, con veri e propri esperimenti narrativi ed estetici, molto diversi tra loro,
che rivisitano il linguaggio cinematografico. In Filmefobia, il brasiliano Kiko
Goifman confonde i percorsi del documentario e della finzione per costruire una ricca
riflessione sulle fobie e sulla paura, nonché sulla messa in scena e sul cinema. A Zona
di Sandro Aguilar invita a un avvincente viaggio temporale e sensoriale: è il primo
lungometraggio di questo giovane cineasta portoghese che Locarno segue fin dai suoi
primi cortometraggi. Altrettanto intenso, La orilla que se abisma di Gustavo Fontán
abbandona la narrazione per regalare allo spettatore un’ora di pura poesia visiva e
letteraria, scandita dai versi del grande scrittore argentino Juan L. Ortiz. Altra
esperienza ai margini della narrazione con Kinogamma di Siegfried, road movie
allucinatorio e privo di dialoghi dalla Russia all’India.
Finzioni metafisiche. Koki Yoshida, un giapponese di 28 anni, allievo di Nobuhiro
Suwa, concorre con Shorei X (Symptom X), opera prima di meticolosa regia sulla
monotona quotidianità di un uomo e della madre schizofrenica, incentrata sulla
ripetizione dei gesti. Decisamente più ludico, Beket di Davide Manuli trascina tre
personaggi erranti in una no man’s land assurda e instabile – un film atipico per il
panorama italiano, girato in tre settimane con un budget ridotto e con la
partecipazione di Fabrizio Gifuni e Paolo Rossi. Scelte opposte per Jean-Charles
Fitoussi, il cui ultimo lungometraggio, Je ne suis pas morte, è il frutto di riprese
effettuate nell’arco di diversi anni. Sotto l’obiettivo, l’universo personalissimo del
cineasta, ai confini tra fiaba e realtà.
Il sociale, fra realismo e poesia. La selezione 2008 dà largo spazio a opere di carattere
sociale e politico, che comunque si contraddistinguono per uno sguardo
cinematografico forte. È il caso di Welate Efsane (The Land of Legends), finzione
molto realista di Rahim Zabihi, cineasta curdo iraniano che tratteggia un quadro
struggente del suo paese devastato dalla guerra fra Iran e Iraq. In Napoli Piazza
Municipio, documentario di Bruno Oliviero che echeggia di poesia, la famosa piazza
di Napoli diventa una metafora dell’intera società. Infine, la Svizzera offre due film
profondamente ancorati al presente: due documentari con prospettive diverse,
accomunati dalla preoccupazione di rappresentare e riflettere sulla nostra società. La
forteresse di Fernand Melgar (Exit – le droit de mourir) propone una sconvolgente
immersione nella quotidianità dei richiedenti d’asilo del Centro di registrazione di
Vallorbe, nella Svizzera romanda; mentre Giù le mani di Danilo Catti, presentato in
una speciale proiezione fuori concorso, è l’inedita cronaca, vissuta dall’interno, dello
sciopero delle Officine delle ferrovie a Bellinzona, che ha mobilitato la scorsa
primavera l’intero Ticino.
I Pardi di domani
Nel 2007, la sezione dei cortometraggi del Festival di Locarno diretta da Chicca
Bergonzi ha inaugurato un concorso internazionale, sostituendo le monografie degli
anni precedenti. La nuova formula ha attirato nelle sale un pubblico particolarmente
numeroso.
Riservata alle opere di giovani autori che non hanno ancora realizzato lungometraggi,
la selezione 2008 si articola in due concorsi distinti. Saranno presentati in prima
europea, internazionale o mondiale una quarantina di film (scelti tra i 2500 visionati).
Cortometraggi dai 5 continenti
Con 23 film provenienti da 20 paesi nel concorso internazionale, i Pardi di domani
2008 descrivono un’eccezionale panoramica della produzione mondiale di
cortometraggi. La selezione riunisce giovani autori dei cinque continenti, con la
presenza di Cina e Giappone per la prima volta nella storia della sezione. Si
aggiungono all’elenco i 13 titoli del concorso nazionale: film di allievi di scuole di
cinema o di registi già noti alla sezione, che tornano quest’anno per presentare la loro
ultima opera.
I film, provenienti da universi molto diversi tra loro, compongono un formidabile
mosaico di storie e approcci, focalizzati in particolare sull’universo giovanile e la
società contemporanea. Attraverso brillanti esercizi di stile od opere più personali e
radicali, la Svizzera e le terre lontane si uniscono in una cronaca del quotidiano, in un
grido di gioia, disperazione e denuncia.
La selezione 2008 dei Pardi di domani onora quindi più che mai la propria vocazione
fondamentale: scoprire e accompagnare nei primi passi gli autori del cinema di
domani.
Retrospettiva Nanni Moretti
La retrospettiva 2008 sarà dedicata al regista, attore e produttore italiano Nanni
Moretti.
Il Festival desidera così celebrare una figura fondamentale del panorama
cinematografico e culturale italiano dell’ultimo trentennio. L’evento fornirà
l’occasione di vedere o rivedere l’insieme dei lungometraggi, oltre ai numerosi corti,
mediometraggi e documentari girati nell’arco della sua carriera. Saranno inoltre
presentati a Locarno documentari sul regista e materiali pressochè inediti, tra cui
scarti e diari di produzione. Per completare l’omaggio, è prevista una «carte blanche»
composta da una decina di film scelti da Nanni Moretti per l’occasione (la lista dei film
sarà annunciata prossimamente).
Moretti sarà a Locarno per presentare i suoi film e discutere del suo lavoro con il
pubblico.
Il 13 di agosto, per celebrare questa retrospettiva, verrà proiettato in Piazza Grande il
lungometraggio Palombella Rossa (1989).
La retrospettiva sarà arricchita dalla pubblicazione di un volume - in coedizione con i
Cahiers du cinéma - che comprenderà, tra le altre cose, interviste e documenti inediti.
Oltre a una lunga e inedita intervista a Nanni Moretti, il libro include testimoniaze di:
Angelo Barbagallo, Giancarlo Basili, Esmeralda Calabria, Mimmo Calopresti, Mirco
Garrone, Giuseppe Lanci, Daniele Luchetti, Carlo Mazzacurati, Andrea Molaioli, Laura
Morante, Silvio Orlando, Sandro Petraglia, Francesco Piccolo, Nicola Piovani, Valia
Santella, Heidrun Schleef. Il volume verrà pubblicato in francese.
Infine, il Palazzo Casorella di Locarno, ospiterà una mostra di fotografie tratte dai set
dei film di Moretti.
Cinema